Accanto ai detenuti romeni del carcere di Ivrea

Un percorso lungo e complesso, fortemente burocratizzato e che passa per svariati ministeri prima di ottenere l’approvazione finale: quello di entrare in carcere, per stare a contatto con i detenuti romeni. Lo ha intrapreso in modo determinato Floarea Lupasteanu, presidentessa dell’associazione A.C.E.R.I.C, punto di riferimento per gli immigrati romeni del canavese e d’Ivrea.

Dopo un anno e mezzo, compiuti tutti i passi necessari per ottenere l’approvazione, Lupasteanu è riuscita nel suo intento. Sta accanto ai detenuti romeni, in quanto mediatore interculturale. A loro porta notizie dalla Romania e offre l’occasione di parlare la lingua madre, una necessità ardente. Li guida verso un riorientamento professionale, propone corsi e attività ricreative. Tra queste, anche l’opportunità di festeggiare la Festa Nazionale Romena del 1 Dicembre, con un banchetto tipico e tradizionale e della musica folcloristica.

La sua presenza in carcere è fondamentale, rappresenta la forza e la cura di una diaspora e di una comunità che non si dimentica dei più deboli e degli emarginati, che tende una mano, che cuce rapporti complessi ma necessari, socialmente e umanamente.

A.C.E.R.I.C e le associazioni di comunità sono anche questo: una presenza sul territorio, accanto ai romeni, anche nelle situazioni più scomode e difficili.

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